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NEWS: AGOSTO 2012

"Oltre le Nebbie del Tempo" con il Tau-T Project

"Soldati! Dall'alto di queste piramidi quaranta secoli vi guardano."

   Questo disse le Petit Caporal alla sua armata in Egitto, e possiamo immaginare che nonostante il caldo atroce molti avranno sentito un brivido lungo la schiena...oggi non possiamo piú fare a meno di domandarci cosa avrebbe provato Napoleone stesso se avesse saputo che poteva parlare non di quaranta ma di quattrocento secoli.

   Ad offrircene prove scientifiche sorprendenti sono i ricercatori connazionali Armando Mei e Monica Benedetti, fondatori del Progetto Tau-T, nel loro nuovo ed atteso libro "Oltre le Nebbie del Tempo".

   In questo lavoro dedicato alla Piana di Giza, leggiamo con interesse sulla loro scoperta della “mastaba” corrispondente alla stella Sirio, che conferma la teoria del Tau-T Project, e sulla scoperta del nome del costruttore scritto sulla Piana di Giza, assieme ad altri dettagli importanti per comprendere alcuni misteri dell’antichità.

   Il lavoro del Tau-T Project é straordinario e difficile, ma ha giá ottenuto importanti riconoscimenti. Nel febbraio 2010 il team presenta le sue ricerche alla conferenza internazionale di Dubai (ICAS 2010), assieme ad illustri esperti, fra cui Robert e Jean Paul Bauval, che hanno scritto due recensioni eccellenti sul nuovo libro "Oltre le Nebbie del Tempo" pubblicato quest’estate.

   "Il nuovo libro di Armando Mei & Monica Benedetti sulla Scienza Sacra nell'Antico Egitto é una testi brillante - scrive Robert Bauval - ed é obbligatorio integralro a questo complesso e affascinante argomento. É pieno di nuove idee e innovazioni ed é un dovere leggerlo per tutti quelli che sono attratti da questa antica e misteriosa civiltá."

   "Si tratta di un lavoro di ricerca persuasivo e accattivante - scrive Jean Paul Bauval - che aggiunge un altor tassello importante a questo affascinante argomento. É un piacere leggerlo!"

   "Questo lavoro - scrive il Team del Tau-T Project - vuole essere un contributo a tutti coloro che ci hanno sostenuto e sopportato nonostante non condividessero le nostre stesse passioni, a coloro che ci hanno incoraggiati nei momenti di sconforto, a coloro che, pur senza saperlo, ci hanno indicato la via da seguire ogniqualvolta la confusione interiore impediva di vederci chiaro."

   Noi di Arkeopolis, che oramai da sei anni sosteniamo, presentando il lavoro dei giovani appassionati e degli esperti piú affermati, che la Storia é in molti aspetti ben diversa da come la conosciamo e che l'archeologia é una scienza viva, siamo davvero lieti di poter oggi portare ai nostri amici lettori la notizia di questo nuovo sentiero di studio, non solamente con il video trailer che troverete a seguito, ma anche con l'articolo "I Monumenti di Giza e la Volta Celeste" di Armando Mei & Monica Benedetti, ai quali facciamo i migliori auguri ed i piú sentiti complimenti.

   A voi, cari lettori, non resta che augurarvi buona lettura...e buona visione!






SPIGOLANDO

LA BIBLIOTECA ALESSANDRINA:
ALESSANDRO O ARISTOTELE “MAGNO”?
- di Franco Camarca -

      Ha dichiarato Aly Hassan, curatore del Museo del Cairo e custode dei tesori dell´era faraonica che “l´archeologia moderna non si accontenta piú di disseppellire pietre ed oggetti d´arte ma cerca di mettere insieme un quadro di come vivevano e si comportavano le antiche societá”.
      Le sue parole ci sono rivenute in mente leggendo alcuni studi di Edward Alexander Parson, riuniti a New York nel suo celebre “The Alexandrian Library, Glory of the Hellenic World”. Tali studi del Parson ci hanno “spinto” alla riflessione, a proposito del “Rinascimento alessandrino” che piú che definire “Magno” il conquistatore Alessandro dovremmo attribuire tale qualificativo al suo maestro Aristotele, il cui pensiero ed opere sopravvissero all´effimero impero del Re macedone.
     
      Aristotele non fu solamente un filosofo ma anche scienziato e grande enciclopedista che cercó di “unire ed organizzare” tutto lo lo scibile umano del suo tempo.
      Il suo lavoro fu continuato dai discepoli sia nel Museo che nella Biblioteca alessandrina. Tale attivitá creatrice duró quasi due secoli, tanto che la Biblioteca contó nel suo apogeo con circa 400 mila documenti, organizzati dai suoi cultori, a cominciare da Demetrio Falero per finire con Aristarco, che la storia ci tramanda come l´ottavo ed ultimo “bibliotecario”
      É noto che nel 48 a.C. la Biblioteca subí gravissime perdite a seguito dell´incendio che la divoró a seguito della battaglia di Cesare contro la flotta egiziana nel vicino porto.
      É noto pure che ulteriori perdite vennero a seguito del trasporto a Roma di molti dei suoi beni.
      É invece meno noto che la Biblioteca quasi cessó di esistere, insieme al Museo, durante l´impero di Aureliano (270-275) quando il “Serapeum” divenne la biblioteca principale fino all´anno 391, quando il vescovo di Alessandria, Teofilo, distrusse il Serapeum al fine di dare un colpo definitivo alla cultura pagana. Infine ció che era sopravvissuto alle “cristiane” ire vescovili venne distrutto dai mussulmani, nel saccheggio di Alessandria, almeno a quanto scritto dallo storico Orosio nel 416 d.C.
     
      Ma torniamo all´etá d´oro della Biblioteca.
      L´Iliade e l´Odissea furono “edite” dal bibliotecario Erodoto de Efeso, che identifico i “rotoli”, li classificó e li mise in ordine. Se ci soffermiamo su questi nomi quasi sconosciuti é per mettere in evidenza come questi bibliotecari fossero realmente dei veri e propri “filologi”: poiché erano in grado di riconoscere e determinare “il canone” di ogni autore, avendo le capacitá intellettuali di saper distinguerli.
      Ed ancora: dobbiamo ricordare, soprattutto ri-collocandoci nel tempo, che la filologia era la chiave per entrare nel mondo della “grammatica”: ed in una cittá poliglotta (oggi diremmo “internazionale”) come Alessandria d´Egitto si trattava di un elemento essenziale per l´insegnamento del greco (oggi diremmo “l´inglese”) agli scienziati provenienti da tante regioni.
     
      Nel merito possiamo ricordare che Tolomeo II invió 72 personalitá della scienza con 6 rappresentati delle distinte genti della popolazione ebraica per tradurre le Sacre Scritture - la Tora, - dall´ebraico al greco: cosa che si terminó nel III secolo. Tale opera di traduzione continuó nei secoli successivi, fino alla traduzione dell´ultimo testo sacro, - il Qoheleth - nell´anno 100 d.C. Tale traduzione é di enorme importanza storica, in quanto si basó su un testo ebraico piú antico di quello che é pervenuto ai nostri giorni.
     
      Fra tali bibliotecari ritroviamo, non a caso, dei veri e propri uomini di scienze, come il geografo Eratostene che affermó l´importanza nell´indagne storica, della “cronologia scientifica” e propose la “scala olimpica” come misura del tempo, in quanto le Olimpiadi erano un avvenimento riconosciuto in tutto il modo e si celebravano a scadenza periodica di 4 anni.
      La numerazione di giochi olimpici cominció con i primi nel 776 e si conserva tutt´oggi una lista che si estende dal primo anno, il 776 a.C. al 217 d.C., vale a dire una lista di quasi un millennio: 994 anni, per l´esattezza. La proposta cosiddetta della “scala olipica” ebbe fine quando fu rimpiazzata dal riconoscimento dell´era cristiana e mussulmana., ma ebbe comunque un certo seguito nel III secolo a.C.
      Va ricordata soprattutto perché ci riporta alla affermazione, prima ricordata, della importanza della “cronlogia scientifica” negli studi storici, un´affermazione che é di pari importanza con quella che ebbero le coordinata geografiche: “la cronologia - potremmo dire ispirandoci allo storico George Sarton - equivale alle coordinate geografiche del tempo”.
     
      In tale secolo - il terzo avanti Cristo - la Biblioteca ebbe fra i suoi cultori il poeta Calimaco di Cirene, che si dedicó ad elaborare un catalogo delle opere: cosa che costituisce il primo esempio storico nel suo genere. E le opere erano tante che il catalogo era costituito da oltre 120 “rotoli”, dei quali ci sono pervenuti solamente alcuni “estratti” sopravvissuti alle distruzioni.
      Diceva il sopra menzionato storico George Sarton che “l´umanitá ricorda i tiranni, i politici fortunati ed i ricchi, raramente, invece, i reali benefattori della cultura della stessa umanitá”. (E lui stesso ne é un esempio, in quanto il suo nome non appare in vari dizionari scientifici... e non perché non meriti di essere studiato: basti pensare alle sue meravigliose opere su Euclide).
     
      E se qualche nostro lettore - sempre se ne abbiamo qualcuno - si chiedesse perché dovremmo e a che ci serve ricordare fatti come quelli esposti in queste nostre righe, rispondiamo con un aneddoto riferito ad Euclide: si dice che un suo discepolo gli chiedesse, dopo aver appreso un suo teorema: ”Pero, che ci guadagno apprendendo cose come questa?”
      Al che Euclide chiamó uno schiavo e gli ordinó: “Tiragli una moneda, visto che deve guadagnare per qualcosa che apprende”.
     
      In conclusione, le nostre attuali conoscenze - e dunque il nostro “essere” cioé il modo in cui “siamo” - derivano dagli sviluppi della cultura nel corso dei tempi e, dunque, della letteratura antica. Conoscere non solo é importante ma é indispensabile, se non vogliamo ritrovarci - come accade nel secolo passato - con la “Svastica”, simbolo di pace della religione buddista, rubata da ideologie naziste di guerra e di olocausto.
      La conservazione e trasmissione delle conoscenze nei tempi dipendono in gran misura proprio da questi “geniali” bibliotecari e dai “detectives della storia” (come Enzo Biagi chiamava gli archeologi), quasi tutti pressoché sconosciuti ai piú, incluso il loro originario Maestro: Aristotele “Magno”, il Grande.

Franco Camarca

La sezione News conteneva notizie dell´attualitá storica ed archeologica.

Le precedenti edizioni si trovano nell´Archivio di Arkeopolis.
La sección News contenia las noticias de la actualidad histórica y arqueológica.

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